Cappella della Memoria

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Con questo titolo “Cappella della Memoria” la Fondazione Santi Felice e Fortunato riapre al culto dei fedeli la chiesetta dell’ex scuola materna in Tombola. All’interno, infatti, è stata istallata un’artistica dimora cineraria, destinata ad accogliere le urne dei defunti delle famiglie che ne vorranno fare richiesta.

Si tratta di un’opera in mosaico, composta da celle, che, come piccole tombe di famiglia, sono in grado di contenere ognuna 4 urne di dimensioni normali.

Verrà inaugurata con la benedizione del Vescovo martedì 31 ottobre alle ore 15.30 da allora resterà aperta tutti i giorni dalle 8.30 alle 17.

È accessibile direttamente dal piazzale Poliuto Penzo senza barriere architettoniche e permetterà di celebrare in determinate circostanze liturgie di suffragio. Si possono chiedere maggiori informazioni rivolgendosi alla Fondazione presso l’attigua Biblioteca diocesana, e fare richiesta di una cella, o di un singolo posto, rivolgendosi all’ufficio amministrativo della Curia, esclusivamente nei giorni di martedì e mercoledì dalle 8.30 alle 12.

Il significato di questa iniziativa è bene espresso dall’Istruzione che la Congregazione per la Dottrina della fede ha emanato il 15 agosto del 2016, riguardante la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione. Mentre ribadisce l’articolo del Credo sulla risurrezione dei morti, ricorda che la Chiesa “continua a preferire la sepoltura dei corpi” tuttavia “la cremazione non è vietata, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana”. “Qualora per motivazioni legittime venga fatta la scelta della cremazione del cadavere – continua l’Istruzione – le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica.

La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose”. Proprio per questi motivi “la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita” ai cristiani, così come “la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti”.

La Fondazione intende così promuovere un’educazione maggiore al ricordo dei defunti e alla preghiera di suffragio, che potrebbero essere oscurate dalle pratiche poste in atto oggi per esigenze di spazio e di maggiore praticità.

Don Francesco Zenna