A proposito di manifestazioni in strada

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Commentando… (del vescovo Adriano)

A proposito di manifestazioni in strada

In questi giorni stiamo assistendo alle manifestazioni dei ‘Forconi’ e di altre categorie che vi si aggiungono, come capita anche per i ‘No Tav’ e qualsiasi altra manifestazione, anche sindacale, come tranvieri, taxisti, ferrovieri… e altro. Mi viene spontanea una domanda: ma chi paga il prezzo di quelle manifestazioni? Su chi ricade il disagio grande di quelle proteste? Se ti trovi in strada, o in stazione, comunque in viaggio per lavoro o per qualsivoglia altra causa, te ne devi subire le conseguenze, senza che tu ci possa fare niente! Siamo sicuri che il messaggio e la forza di quella manifestazione vadano al destinatario voluto, o non invece ricadano sempre sui soliti ‘poveri diavoli’ che poi non hanno tante altre alternative per risolvere il loro

problema? Siamo sicuri che sia proprio la ‘strada’ il luogo per far sentire la propria voce a chi di dovere? Bisogna sempre prendere in ostaggio povera gente che nulla può dire o fare? Ma se la manifestazione ha per destinatario il Governo, il Parlamento, la Regione, il Comune, l’INPS, Equitalia, la Camera di Commercio, le Carceri, l’Azienda Comunale, il Tribunale, la Banca, i dirigenti di una Azienda, un partito politico, e così via, perché non andare a occupare le loro sedi, bloccando questi organismi e non tutti i poveri cittadini che già soffrono per quelle stesse cause per cui si protesta, aggiungendo loro altri motivi di disagio e magari anche di spesa? La vita è già tanto ingolfata, senza che si debba ulteriormente essere presi ancora come ostaggi, magari per lunghe ore, sulle strade o in viaggio?         È ben nota la storia manzoniana dei ‘polli di Renzo’ che, portati per essere lessati, si beccavano tra di loro! Motivi per protestare contro cattive amministrazioni, contro silenzi e non azioni di chi dovrebbe ‘battere un colpo’ per dire che c’è, contro chi è preposto proprio al bene pubblico, ce ne sono certo, per cui si può anche perdere la pazienza; ma sarebbe giusto e intelligente battere sul ‘posto giusto’ e non ‘alla cieca’ dove si colpisce il malcapitato di turno che non ha ‘né arte né parte’ e si trova a subire ulteriori disagi!

Pensando a qualche esempio di risposte eternamente procrastinate, mi colpiva la notizia dei giorni scorsi che annunciava la decisione dell’Enel di Polesine Camerini di rinunciare ai 100 milioni di Euro che l’Europa aveva messo in preventivo per determinati interventi alla Centrale stessa: da quanti anni si è in attesa di una risposta da parte degli organi competenti? È anche vero che ci sono in campo interessi diversi e nessuno ‘molla l’osso’, per così dire! E che dire delle 400 opere pubbliche da anni incompiute, dove si sono sostenute grosse spese di denaro pubblico, ma che giacciono, spesso in ‘decomposizione’, senza mai essere finite e utilizzate?

Ma anche nel nostro piccolo: una irregolarità di 1,62 m² su un appartamento di 162 m², cioè un centesimo del tutto, è da più di un anno in attesa di risposta per poter essere sanata, con l’assunzione di responsabilità di chi ha sbagliato: sembra che non ci sia nessuno che possa fare qualcosa, bloccati da pastoie legali-burocratiche per le quali tutti hanno le mani legate! E quante di queste storie, a tutti i livelli! E chi ha complicato la vita di tutti, manco si dà pensiero di sbrogliare la matassa, ma sembra mettercela tutta per non sbrogliarla o per imbrogliarla ulteriormente, senza concedere alcuna via di uscita.

I Forconi e tutti gli altri si rivolgano ai responsabili e non usino il criterio del gioco della ‘mosca cieca’ cioè del ‘chi prendo prendo’.

“Sta lontano dal male e fa’ il bene, cerca la pace e perseguila” (Salmo 34,15). Amare e perseguire la pace vuol dire concretamente fare tutto il possibile per risolvere le conflittualità e le ragioni che le provocano o le mantengono. (+ vescovo Adriano)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 47 del 15 dicembre 2013