A proposito di nuova evangelizzazione

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A proposito di nuova evangelizzazione

“Quando si fa sera voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo…” (Mt 16,2-3). Gesù con questa espressione intendeva invitare la sua generazione a interpretare e riconoscere le opportunità che essa si trovava a vivere, soprattutto in riferimento alla sua presenza e predicazione come offerta di salvezza da parte di Dio. Il vangelo di Matteo, che inizieremo a leggere nelle domeniche a partire dalla prossima domenica, prima di Avvento, ci parla di Gesù che compie la sua missione “percorrendo tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (Mt

4,23). Al passaggio di Gesù è tutto un accorrere di bisognosi di ogni tipo: bisogni materiali e aspirazioni spirituali. Di tutti questi bisogni e aspirazioni si occupa Gesù! Gesù stesso poi affida ai discepoli la missione di occuparsi di tutti questi bisogni e aspirazioni degli uomini facendo proprio il profondo sentimento di amore che si commuove di fronte all’umanità sofferente e bisognosa: “Vedendo le folle ne sentì compassione… Allora disse ai discepoli: ‘Pregate il padrone della messe che mandi operai alla sua messe’ ” (Mt 9,35-10,1). Tante volte mi chiedo: “Chi sono gli operai di questa messe, se si tratta di folle di bisognosi di ogni sorta, poveri, storpi, lebbrosi, persone socialmente diseredate, spiritualmente disorientate? “Chi si muove a compassione di loro? È vero che solitamente si riferisce questo testo ai “preti, frati e suore”, ma i battezzati impegnati in economia, in politica, nella vita sociale, amministrativa, giuridica, della salute, del mondo della scuola e dello studio, come si sentono di fronte a queste parole d Gesù? Non sentono un po’ di compassione per le tante persone e famiglie che si trovano a vivere in condizioni di grande affanno, preoccupazione e talvolta disperazione? L’appello di Giovanni Battista:”Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto; e … Contentavi delle vostre paghe” (Lc 3,11-14) ha niente a che fare con il nostro dirci cristiani, cioè seguaci di Cristo? (Ma di quale Cristo?). Luca ci ricorda nel suo vangelo che Gesù dice a Zaccheo: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” solo dopo che Zaccheo ha detto: “Se ho rubato restituisco quattro volte tanto e la metà dei miei beni la do ai poveri” (Lc 19,1-10). Cosa dicono oggi a noi cristiani queste parole? La Chiesa cattolica continua a parlare di “Nuova evangelizzazione”; ma cosa significa? Non sarà il caso di pensare che ognuno che si dice cristiano, come esorta il vangelo di Matteo, annunci la sua fede in Dio “con le opere buone” (Mt 5,16), o come scrive San Giacomo: “… Io con le mie opere ti mostrerò la mia fede” (Gc 2,18). Non è ora che di fronte al raffreddarsi della fede anche in questa nostra Italia, i cristiani impegnati in qualsiasi ambito colgano l’appello di questo nostro tempo? In questo siamo sollecitati anche da Papa Francesco.   (+ vescovo Adriano)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 44 del 24 novembre 2013