Commentando… Post Elezioni

vescovo-adriano
Facebooktwitterpinterestmail

Commentando… Post Elezioni

Chi in questi giorni ha preso in mano la scheda elettorale (ma il 45% più o meno degli aventi diritto non lo ha fatto), si è trovato davanti circa una ventina di simboli. Se è vero che la pluralità è certamente una ricchezza in quanto permette a tutti i segmenti della società di essere rappresentati, rimane il fatto che per l’elettore risulta difficile cogliere la specificità delle singole proposte. Sarà poi altrettanto difficile conciliare questa varietà in sede di decisioni di governo. Può essere positivo il fatto che l’elettore forse avrà potuto conoscere meglio i candidati. Ma certo che le scelte dell’elettore, più che su un progetto globale ben caratterizzato, si saranno orientate più su singoli aspetti o singole accentuazioni a lui più confacenti. Resta comunque che le schede manifestano una società sempre più caratterizzata da proposte individuali, o di gruppi di vario genere e varia quantità, ciascuno dei quali ha da salvaguardare o proporre qualche scelta della vita sociale o economica che gli sta a cuore o gli interessa, distogliendo l’attenzione su ciò che potrebbe essere maggiormente significativo per la funzione legislativa e amministrativa affidata alle Regioni.

Credo che susciterebbero certamente più interesse al voto progetti chiari e persone fidate che diano la garanzia della gestione trasparente della cosa pubblica, che assicurino il contenimento della spesa che poi grava sui prelievi fiscali, non tagliando i servizi ma vigilando sulla gestione dei servizi stessi, su una più equa retribuzione di chi li gestisce e li dirige, senza necessità di compensi straordinari a chi fa semplicemente il suo dovere con impegno, intelligenza e rettitudine (lavoro per cui sono già solitamente ben retribuiti), punendo caso mai chi non opera al meglio, senza riservare per sé privilegi eternamente ineliminabili.

Guidare una Regione e amministrare la cosa pubblica non è certamente cosa semplice: richiede di saper costruire una rete di persone che diano garanzia di competenza e di onestà, che vanno comunque sempre monitorate, perché, come dice un vecchio detto popolare: “la comodità fa l’uomo ladro”. Ciò significa che avere accesso facile e incontrollato al denaro pubblico, può portare a disporne per sé o per gli amici in maniera non corretta. Quanto sconforta il cittadino sentire di continuo denunciare irregolarità, tangenti, privilegi, distribuzioni e regalìe, arricchimenti e spese personali a danno della pubblica spesa. Occorre pure saper vigilare sugli sprechi e sul buon uso delle risorse concesse per la sanità, per la difesa del territorio, per l’attenzione ai fortemente disagiati, per la promozione del lavoro, per la gestione dei servizi pubblici di ogni genere. E’ questo che anche il papa intende dire quando parla di ‘diffusa corruzione’. Questi sono gli uomini nuovi e le novità che ci si aspetta dai nuovi eletti, questa è la via perché diminuiscano sempre più disaffezione e malcontento verso la classe politica. E’ questo l’augurio che tutti vorremmo poter fare ai nuovi eletti: non ci aspettiamo liti per singoli aspetti personali, ma l’apporto di tutti per il bene comune, che non dovrebbe essere proprio impossibile da individuare e perseguire insieme.  

Anche la Chiesa non è esente dalle stesse tendenze individualistiche, che da ricchezza rischiano di diventare frammentazioni, personalismi e corporativismi. E lo stesso dicasi circa l’uso di quanto viene donato per la carità, per il bene comune e per la gestione delle strutture delle singole chiese e comunità. Poniamo tutti gesti di trasparenza e di giustizia che facciano rinascere nel cuore di tutti la speranza e la fiducia, nella società civile e nella Chiesa.

+ Adriano Tessarollo