Dall’assemblea della Cei…

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Dall’assemblea della Cei…

Lunedì pomeriggio papa Francesco è venuto ad aprire l’assemblea annuale dei vescovi italiani. Si è intrattenuto per oltre due ore. Prima ha parlato lui per circa 40 minuti, con la presenza di TV e giornalisti vari, più altri invitati. Poi tutti costoro sono stati invitati ad uscire per lasciare spazio a domande al papa da parte dei soli vescovi, domande alle quali il papa rispondeva di volta in volta. Propongo qualche spunto preso sia dal discordo del papa, come anche dal dialogo successivo tra papa e vescovi in assemblea.

Anzitutto papa Francesco ha voluto spiegare il senso del suo modo di vivere il suo servizio di papa e vescovo di Roma: “negli incontri personali, nelle udienze come nelle visite sul territorio, ho ascoltato e condiviso il racconto di speranze, stanchezze e preoccupazioni pastorali…”. Lo definisco “lo stile dell’incontro”, quello dell’andare verso la città degli uomini con il volto lieto e la disponibilità a essere presenza e vangelo di vita. Quello poi che il papa diceva a noi vescovi mi piacerebbe che diventasse lo stile anche della nostra Chiesa di Chioggia a partire da tutti noi, vescovo e preti, ma anche delle nostre comunità parrocchiali specie nelle persone che in esse partecipano alla corresponsabilità di annuncio del vangelo, della catechesi, della carità e di tutti i vari servizi ecclesiali: “se ci allontaniamo da Gesù Cristo, se l’incontro con lui perde la sua freschezza, finiamo per toccare con mano soltanto la sterilità delle nostre parole e delle nostre iniziative… Non stanchiamoci dunque di cercare il Signore, di lasciarci cercare da lui…”. Il papa poi indica lo stile con cui sentirsi partecipi alla Chiesa: “un cuore spogliato di ogni interesse mondano, lontano dalla vanità e dalla discordia; un cuore accogliente, capace di sentire con gli altri e anche capace di considerarli più degni di se stessi… Dall’Eucaristia promana la fraternità, la possibilità di accogliersi, perdonarsi e camminare insieme… Nel nostro contesto spesso confuso e disgregato, la prima missione ecclesiale rimane quella di essere lievito di unità…”. Da ultimo papa Francesco ci indica i luoghi oggi principali della presenza della Chiesa e quindi anche di noi pastori: “la famiglia, con le sue crisi odierne, i disoccupati e le aziende in crisi con la minaccia della stessa dignità delle persone, e i migranti in fuga, sfruttati e in cerca di una condizione di vita dignitosa”. E concludeva: “Come pastori siate semplici nello stile di vita, distaccati, poveri e misericordiosi, per camminare spediti e non frapporre nulla fra voi e gli altri, interiormente liberi, vicini alla gente… affiancando le persone lungo le notti delle loro solitudini, inquietudini e fallimenti. Pensieri ed esortazioni da meditare e fare nostri. (+ vescovo Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 21 del 25 maggio 2014