Impressione di leggi rabberciate e sentenze copia-incolla?

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Impressione di leggi rabberciate e sentenze copia-incolla?

Il Capo del Governo italiano in questi giorni si è proposto di passare per le parrocchie a spiegare le ‘sacrosante leggi’ che il governo propone e sulle quali mette ‘la fiducia’ per farle passare. Le porte delle chiese o dei centri parrocchiali sono aperte sulle strade perché quelli di fuori possano entrare, ma per reciprocità ci auguriamo che anche chi è dentro possa uscire a dire i propri pensieri e le proprie valutazioni su quel che accade fuori, senza che ciò sia da qualcuno tacciato come ‘ingerenza’. In fin dei conti anche quelli che sono dentro vivono e operano ‘fuori’. Parafrasando un vecchio detto si può dire: “suonate pure le trombe ma non mettete a tacere le campane”, come invece molti pretenderebbero, in nome di una malintesa ‘laicità’. Le ‘campane’ infatti fanno risuonare un pensiero popolare, una sapienza popolare, che ha una sua stabilità consolidata dall’esperienza, che non corre dietro ad ogni vento di ‘insana dottrina’.

Oggi sembra che la verità venga esclusivamente e acriticamente dal di fuori, magari dalla California, dalla Danimarca o da Bruxelles! Qualche perplessità mi suscitano tante sentenze motivate su quello che ha già detto l’uno o l’altro giudice o tribunale: una singola sentenza diventa poi di fatto legge generale. Praticamente tutto diventa legale, perché approvato talvolta in seguito a spinte ideologiche o a interessi di partiti o di parti più o meno politicamente potenti, o perché detto da qualche giudice o organo a ciò deputato. Ritengo che in questa condizione ogni cittadino debba in coscienza valutare la differenza tra legale e lecito e buono: non sempre coincidono. Quanti privilegi, o azioni, o permessi legalmente ottenuti o riconosciuti, poco hanno a che fare con il bene! La giustificazione: la legge me lo permette! Bisogna risvegliare la coscienza! Quanto mi piacerebbe poter dire dell’infinito Corpo di leggi italiane quanto leggiamo in Deuteronomio 4,6-8: “Quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione… Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza… Questa grande nazione è  popolo saggio e intelligente”! Una legislazione fa l’identità di un popolo. Oggi invece criterio ‘aperto e progressista’ è copiare quello che si fa altrove non per la serietà delle motivazioni ma solo perché viene fatto. Non stiamo perdendo la nostra identità culturale, di pensiero, di sagge tradizioni di ogni genere, nate da esperienze, osservazioni della realtà, comportamenti quotidiani?

Ho pure l’impressione che il popolo subisca la legge e la sua applicazione, non vi si riconosca e perciò poco si interessi anche di osservarla per ‘passione e coerenza’. La vede spesso come un insieme di norme burocratiche che appesantiscono la vita civile più che normarla e favorirla. C’è bisogno che tutti si interessino di questo problema. E’ questo l’impegno educativo di tutte le realtà e istituzioni, giuridiche, legislative, politiche, culturali, civili, sociali e religiose che compongono una società e una nazione. Più realtà o istituzioni si escludono, più si impoverisce la società e la nazione, e quanto più lo Stato esclude l’espressione e la collaborazione di ogni sua realtà, tanto più diventa ‘Stato Assoluto’.

+ Adriano Tessarollo