Ma il Parlamento svolge la funzione per cui è eletto?

Vescovo-A
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Ma il Parlamento svolge la funzione per cui è eletto?

Ma il Parlamento si sta occupando delle vere leggi che possono segnare un risanamento economico, fiscale, lavorativo e sociale? Sta davvero lavorando su leggi che permettano quella vera stabilità politica capace di attirare investimenti in Italia anziché far scappare anche i nostri italiani che vanno a investire all’estero (vedi i nostri veneti in Crimea)? E mi viene un’altra domanda: ma i partiti formano e dispongono di persone competenti a proporre legge coerenti e significative per lo sviluppo economico, l’equità fiscale, la tutela dei cittadini, la salvaguardia dell’identità della cultura e della nazione? Certo, gli elettori sono messi nella condizione di eleggere chi viene presentato dai partiti e secondo la scaletta da loro proposta. Diversamente, rimane solo la via di disertare il seggio. Da un bel po’ a questa parte mi pare che il Parlamento non stia legiferando su ciò che è vitale per tutti, su ciò che può fare ripartire l’Italia, su ciò che può aprire una speranza a tanti giovani, famiglie, poveri e altro. Sembra che il calendario delle leggi parlamentari sia dettato dalle lobby benestanti di vario genere più che da ciò che è davvero urgente per il popolo e per il bene comune. Non si toccano i grandi nodi che permettono i grandi squilibri economici causati da emolumenti elevatissimi di alcuni alti dirigenti di pubbliche amministrazioni o da una legislazione tributaria le cui maglie larghe favoriscono l’elusione fiscale e/o le grandi ricchezze, mancano leggi che combattano efficacemente la corruzione, compresa quella bancaria, che lascia l’Italia fanalino di coda in Europa, in balia degli eventi che non riesce a governare, come le migrazioni, sia in entrata che in uscita. Mi colpivano le affermazioni di Ernesto Galli della Loggia sul successo che i grillini mietono per le loro denunce sui parlamentari, le loro retribuzioni, i loro vitalizi, le loro prerogative, le varie facilitazioni di cui godono. Ma il punto centrale è un altro, e riguarda anche i grillini, proprio sul Parlamento.

Riassumo così: abbiamo parlamentari ma non politici, sia a livello nazionale che regionale e comunale. Ma riporto le sue parole: “mentre scagliandosi contro i «politici» si può essere sommari e approssimativi quanto si vuole e si ha sempre ragione, invece mettere sotto accusa i parlamentari obbliga ad andare un po’ più in profondità. Per esempio a commisurare i loro «privilegi» con la loro funzione. E cioè con la funzione e il modo d’essere del Parlamento. Questo è il punto decisivo a proposito dei «privilegi» della politica – ma in realtà dei parlamentari, come ho cercato di dire. Un punto che può essere espresso così: ciò che rende odiosi tali privilegi non è né la loro entità né la loro natura. È il fatto che essi non appaiono giustificati da nessuna funzione reale da parte di chi ne gode né da alcun suo merito. Il che accade perché oggi come oggi i «privilegiati» parlamentari, ridotti a pure comparse, non svolgono più alcun ruolo vero; perché istituzionalmente parlando essi sono divenuti delle figure del tutto parassitarie, le quali inoltre, tranne casi ormai rarissimi, siedono dove siedono senza il più piccolo merito proprio. A veder bene, dunque, il tema dei privilegi dei «politici» nasconde il tema vero che è quello della crisi del Parlamento, e in genere di tutte le assemblee rappresentative (si pensi a quei veri e propri consessi di «anime morte» che sono gli attuali consigli comunali e regionali). Assemblee che ormai non decidono realmente più nulla, ma semplicemente ratificano ciò che è stato deciso in altra sede. Si tratta di una perdita di ruolo che ha colpito i Parlamenti di tutte le democrazie… Sicché oggi ogni «villan rifatto», purché sia nelle grazie di un «capo», può tranquillamente aspirare a divenire di primo acchito presidente di una Camera o di una Regione. Il che avviene anche grazie al secondo elemento che in Italia ha ulteriormente accentuato la crisi dell’istituzione parlamentare. E cioè grazie alla legge elettorale in vigore dall’inizio di questo secolo e appena ora dichiarata incostituzionale. Quella legge che in pratica ha impedito che gli elettori scegliessero davvero i propri deputati e senatori dal momento che in virtù di essa la composizione delle liste elettorali da parte delle segreterie dei partiti ha comportato di fatto, in tutti questi anni, l’elezione preconfezionata di decine e decine di insignificanti Pinco Pallini. È per questo che agli occhi dell’ opinione pubblica la crisi dell’ istituzione parlamentare ha preso la forma soprattutto del discredito irrimediabile dei suoi membri, del loro precipitare nella disistima generale, quando non addirittura (come si è visto in certi programmi televisivi) nel dileggio per la loro impreparazione e la loro crassa ignoranza”.

Parole forti certo, ma non insensate, che dovrebbero farci riflettere tutti un po’ di più, per non rinunciare alla nostra responsabilità di elettori, che tra qualche mese ci sarà chiesto di esercitare e perché ne va delle condizioni di vita del nostro popolo oggi, e ancor più domani.

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.17 – 30 aprile 2017