Messaggio di Pentecoste per noi cristiani

vescovo
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Messaggio di Pentecoste per noi cristiani

Il cristiano è colui che accoglie lo Spirito e si  fa docile alla sua azione per mezzo della fede. Questo abbandonarsi all’azione dello Spirito non è  un atteggiamento passivo, ma è un continuo progresso che si realizza ogni giorno in ciascun credente nella  pratica dell’amore a cui lo Spirito spinge. La vita quotidiana del cristiano è faticoso passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. Animati dal dono dello Spirito ricevuto in ogni sacramento della fede cristiana, il credente si fa docile a quello Spirito che lo guida e lo spinge ad essere in Cristo una ‘nuova creatura’: “Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici. Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera”(Ef 4,20-24). Il battezzato è chiamato a mettersi in obbedienza allo Spirito in una vita che produce i frutti dello Spirito: è questa la nostra santificazione, che non è riservata a qualche ‘santo’, ma è possibilità offerta a tutti, perché sia accettata. E’ questa la nostra risposta di fede: accogliere il Dono dello Spirito e lasciarci guidare dalla sua luce e dalla sua forza.

Il dono dello Spirito è frutto della Pasqua di Gesù, morto e risorto per noi. Il riferimento alla passione e morte di Cristo ricorda al cristiano che per giungere alla vita nuova, libera da tutte le schiavitù che rendono l’uomo schiavo delle ‘passioni’ che deturpano la vita bella e libera dell’uomo, si richiede lotta, sofferenza e mortificazione per seguire l’impulso dello Spirito di Dio. Questo ci fa capire anche il senso del sacramento della Penitenza, faticoso cammino perché lo Spirito del Signore Risorto costruisca in noi, nel tempo della nostra storia personale , quella santificazione alla quale ci chiama, nella misura in cui noi ci lasciamo da Lui guidare e gli permettiamo di agire in noi, senza resistergli. Quanto più ci apriamo all’azione dello Spirito tanto più  saremo da Lui guidati ad immedesimarci in Cristo stesso e alla sua obbedienza al Padre. “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). L’esistenza cristiana è comunione con il Figlio di Dio che apre l’uomo all’amore gratuito e salvifico e che si manifesta nell’imitazione dell’amore stesso di  Dio, manifestato in Cristo. Senza questo aiuto, o rifiutando questi aiuti che vengono dall’alto, dove troviamo la forza di vivere una vita libera e degna da ‘Figli di Dio’? Senza la forza di Dio non ci troveremo soli nella lotta contro ogni ‘seduzione del male’? Per questo san Paolo ci ricorda che “Dove c’è lo Spirito lì c’è la libertà”(2Cor 3,17)’! E’ l’augurio che rivolgo ad ognuno, accompagnato dalla preghiera, in questa Pentecoste.

+ Adriano Tessarollo

(Da “Nuova Scintilla”, n. 19 del 15 maggio 2016)