Speriamo che…

vescovo
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Speriamo che…

Una volta cessata la battaglia per l’assalto alla diligenza Italia c’è da sperare che i partiti ritornino alla necessità di dare una risposta pensata ai problemi del Paese, non a partire dagli interessi dei partiti o dei gruppi di potere cui ogni partito è in qualche modo o in molti modi, più o meno dichiarati, legato. Magari si riconoscesse la necessità di confrontarsi anziché combattersi riconoscendo identità e pluralità, mettendo il proprio di ciascun gruppo o partito a servizio della storia e del bene dell’intero Paese. Si potrà sognare una politica non rivendicativa dei gruppi, ma collaborativa in maniera da ridare fiducia ai molti cittadini oggi disorientati? C’è da augurarsi che le scelte politiche non siano sempre determinate dai potenziali ritorni elettorali, ma da una equilibrata visione e rispetto del bene di tutti, equamente favorito e ripartito, con particolare attenzione ai più trascurati finora.

Se non si terrà conto correttamente di questa equità, bisognerà mettere in conto la crescita delle tensioni sociali, che non c’è da illudersi che saranno sempre controllabili, che potrebbero esplodere in forme che si possono già intuire. Sarà compito di tutti coloro che saranno eletti a rappresentare l’intera società o popolo italiano ad aprire un dibattito politico e scelte legislative che contemperino il bene di tutti e non privilegino gli interessi dei ‘propri’ elettori. Sarà bene che alla ‘lotta di classe’ si sostituisca l’impegno per la giustizia e l’equità. Solo quando le leggi saranno improntate a giustizia ed equità per tutti si potrà richiedere il rispetto della legalità.

È da auspicare che primo impegno dei ‘1000’, più o meno, cui è affidata ancora una volta la rappresentanza del popolo e l’esercizio della ‘democrazia parlamentare’ sia quello di favorire una riflessione intorno agli obiettivi di cultura politica e programmatica che tornino a rendere credibili la politica e i politici agli occhi del popolo italiano. Quali obiettivi intendono perseguire? C’è differenza tra obiettivi dichiarati e quelli perseguiti effettivamente? La corruzione, la violenza, l’inganno, gli interessi delle lobby, i carrozzoni parassitari, i privilegi sono destinati a durare sempre? Il popolo vi si deve rassegnare? È qui che ci vuole un colpo d’ala per ridare fiducia, per fare ripartire la vita di un popolo. Allora la politica crea cultura.

Delle lotte partitiche, delle risse tra singoli, delle chiacchiere da comizi o parlamentari, ormai la gente si è ben stufata. Qualche pollo da ingozzare con le parole o i paroloni ci sarà sempre, ma non è quella la cultura politica. I comizi per le strade e le manifestazioni di piazza di ogni genere ormai possono interessare qualche migliaio di persone, talvolta anche 10 o 100 mila, ma ai 60 milioni di cittadini interessano fatti, non urla e chiacchere. Mi auguro un passaggio ad una nuova prassi, più semplice e più vera, capace di mediazione più che di contrapposizione.

Non si cominci a parlare di ingovernabilità, di nuove elezioni, di nuova legge elettorale. Si è speso tempo e soldi perché i ‘1000’ che il popolo elegge, e che paga profumatamente con i soldi delle proprie tasse, lavorino e non litighino, dato che tutti insieme rappresentano l’intero popolo. Fatichino a trovare intese non contrapposizioni. Dividano e promuovano il bene comune fra tutti, non tra pochi. Sappiano anche che ogni risicata maggioranza parlamentare non è la maggioranza popolare, almeno che non si allarghi a intese più significative. Alla gente non interessa che capo del Governo sia Renzi, Berlusconi, Salvini o Di Maio o qualsiasi altro, ma che chi governa lo faccia con giustizia, equità e rispetti i diritti di tutti, combatta le ingiustizie, le ruberie, gli imbrogli e le violenze e promuova il bene comune come lavoro, sanità, famiglia, valori umani del nostro popolo.

Se gli eletti sono intelligenti, umani, giusti, rispettosi dei diritti del bene di tutti, è impossibile che non trovino intese legislative e di governo; se non le trovano significa che hanno altri obiettivi, inconciliabili e inconfessabili. E allora sarà lotta, rissa, imbroglio, rovina comune. Un augurio al popolo italiano, per il prossimo lunedì mattina 5 marzo 2018.

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.9  – 4 marzo 2017