“Una liturgia viva per una Chiesa viva”

Adriano Tessarollo
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COMMENTANDO… – Considerazioni in vista della Visita Pastorale (2)

“Una liturgia viva per una Chiesa viva”

Prendo spunto dalle parole che papa Francesco ha rivolto ai partecipanti alla 68ª settimana liturgica nazionale il 24 agosto scorso, per attirare l’attenzione, anche in occasione della Visita Pastorale, sulle nostre liturgie, specie domenicali. Riferendosi alla Costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, del Concilio Vaticano II, egli ricordava che le sue “linee di riforma generale rispondevano a bisogni reali e alla concreta speranza di un rinnovamento: si desiderava una liturgia viva per una Chiesa tutta vivificata dai misteri celebrati. Si trattava di esprimere in maniera rinnovata la perenne vitalità della Chiesa in preghiera, avendo premura «affinché i fedeli non assistano come estranei e muti spettatori a questo mistero di fede, ma, comprendendolo bene per mezzo dei riti e delle preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente, attivamente» (SC, 48)”. Papa Francesco citando il Beato Paolo VI, definisce la riforma liturgica voluta dalla Chiesa una “nuova maniera di pregare… secondo il principio del rispetto della sana tradizione e del legittimo progresso (cfr SC, 23)”, da accogliere e da sostenere. Abbiamo ancora tanta attenzione da dedicare a questa riforma che, attraverso i libri rinnovati a norma dei decreti del Vaticano II, ha dato inizio a “un processo che richiede tempo, ricezione fedele, obbedienza pratica, sapiente attuazione celebrativa da parte, prima, dei ministri ordinati, ma anche degli altri ministri, dei cantori e di tutti coloro che partecipano alla liturgia”. Il papa invita: “In verità, lo sappiamo, l’educazione liturgica di Pastori e fedeli è una sfida da affrontare sempre di nuovo”. Anch’io invito tutti, pastori e fedeli, a rinnovare questo impegno educativo per l’eucaristia domenicale, augurandomi che le celebrazioni educhino e accrescano negli stessi pastori e nei fedeli il desiderio e la gioia di parteciparvi, vincendo sempre più la disaffezione e l’abbandono sempre in crescita, senza illudersi che la soluzione sia di ‘tornare indietro’! “Non si tratta di ripensare la riforma rivedendone le scelte, quanto di conoscerne meglio le ragioni sottese, anche tramite la documentazione storica, come di interiorizzarne i principi ispiratori e di osservare la disciplina che la regola. Dopo questo magistero, dopo questo lungo cammino possiamo affermare con sicurezza e con autorità magisteriale che la riforma liturgica è irreversibile”. C’è invece bisogno di “Una Liturgia viva per una Chiesa viva”, sotto la guida dei competenti organismi e “dei Vescovi diocesani, sulla cui responsabilità e autorità conto molto nel momento presente.”

– “La liturgia è viva in ragione della presenza viva di Colui che «morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita»”.  La liturgia attua, attraversi i ‘santi segni’, il sacerdozio di Gesù Cristo, ossia l’offerta della sua vita fino a stendere le braccia sulla croce. Questa offerta è resa presente attraverso “i riti e le preghiere, massimamente nel suo Corpo e Sangue, ma anche nella persona del sacerdote, nella proclamazione della Parola di Dio, nell’assemblea radunata in preghiera nel suo nome”. Nella liturgia eucaristica, dice il papa, è l’altare il centro dell’attenzione, attorno al quale siamo convocati perché per l’azione dello Spirito che trasforma il pane e il vino nel corpo e sangue del Signore, anche noi siamo dallo Spirito trasformati “in Cristo un solo corpo e un solo spirito”. 

– “La liturgia è vita per l’intero popolo della Chiesa”, è “un’azione per il popolo, ma anche del popolo… è l’azione che Dio stesso compie in favore del suo popolo, ma anche l’azione del popolo che ascolta Dio che parla e reagisce lodandolo, invocandolo, accogliendo l’inesauribile sorgente di vita e di misericordia che fluisce dai santi segni”. “L’Eucaristia non è un sacramento “per me”, ma è il sacramento di molti che formano un solo corpo, il santo popolo fedele di Dio”. “Popolare” significa che la Liturgia non è un atto riservato per me, per i miei cari, per le mie intenzioni, ma un atto aperto a tutti e in favore di tutti, come è stato e continua ad essere il sacrificio di Cristo.

– “La liturgia èvita e non un’idea da capire”. Essa porta a vivere un’esperienza che trasforma il nostro modo di pensare e di comportarci, è una sorgente di vita e di luce per il nostro cammino di fede, è entrare nel mistero di Dio, è sperimentare la comunione che ha per attori Dio e noi, Cristo e la Chiesa. “C’è una bella differenza tra dire che esiste Dio e sentire che Dio ci ama, così come siamo, adesso e qui”. Come si augura il papa, i ministri ordinati, gli altri ministri, i cantori, gli artisti, i musicisti, cooperino affinché davvero la liturgia sia “fonte e culmine della vitalità della Chiesa”.

Sarebbe bello che ci mettessimo in gioco per provare a invitare chi da tempo non frequenta più la comunità o chi non l’ha mai fatto (amici, familiari, colleghi, vicini di casa), a varcare la soglia di una chiesa e partecipare a una celebrazione domenicale, perché queste persone, dopo che hanno provato, assaggiato, possono decidere di tornare.              

 (2. continua)

+Adriano Tessarollo

 

Nuova Scintilla n.35 – 17 settembre 2017